Lasciate che vi porti con me nell’isola degli dei, dove la magia non è una leggenda ma respira insieme agli abitanti: Bali, in Indonesia.
Immaginate un luogo dove ogni mattina gli abitanti depongono piccole offerte rituali – i “canang sari” – fatte di fiori, riso e incenso, ovunque: sui marciapiedi, davanti ai negozi, agli angoli delle strade. Questi piccoli quadrati intrecciati di foglie di palma sono preghiere silenziose, ringraziamenti cosmici che rendono sacro perfino l’asfalto.
Ho iniziato il mio viaggio a Ubud, nel cuore verde dell’isola, dove le risaie terrazzate si arrampicano come giganteschi gradini verdi sulle colline. All’alba, quando la nebbia accarezza i campi, i contadini sembrano figure mitologiche che danzano con l’acqua e la terra.
Le risaie di Tegalalang sono state per me più di un paesaggio: un sistema agricolo millenario, patrimonio Unesco, dove ogni terrazzamento è un racconto di equilibrio e sapienza. I contadini mi hanno spiegato come ogni goccia d’acqua venga condivisa secondo antichi rituali, seguendo il “subak”, un sistema di irrigazione che è filosofia prima che tecnica.
Un consiglio per i viaggiatori: non rimanete chiusi nei resort. Incontrate le famiglie locali, partecipate a una cerimonia tradizionale. Io sono stato invitato a una celebrazione per un matrimonio a Denpasar, dove i costumi – ricamati con fili d’oro e argento – sembravano dipinti viventi.
I templi poi… non sono solo pietre. Prendetemi per matto, ma a Besakih, il tempio madre, ho sentito qualcosa che aleggiava nell’aria. Costruito sul monte sacro Agung, un vulcano che gli isolani considerano la “casa degli dei”, ogni pietra sembra respirare spiritualità.
Il cibo? Un viaggio sensoriale. Ho assaggiato il babi guling – maiale arrosto speziato – preparato durante una festa di villaggio, dove ogni morso racconta tradizioni antiche. I warung – piccoli ristoranti familiari – sono state le mie cattedrali gastronomiche: nasi goreng fumanti, satay di pollo, sambal che esplodono di sapore.
La sera, a Uluwatu, ho assistito al Kecak, una danza rituale dove decine di uomini seduti a cerchio cantano ritmicamente, raccontando l’epica del Ramayana. Fuoco, voci, movimenti: uno spettacolo che va oltre lo spettacolo, è possessione collettiva.
Preparatevi a un viaggio che non è un semplice viaggio. A Bali si attraversa un confine sottile tra realtà e mito, dove gli spiriti camminano accanto a te e ogni tramonto sembra un saluto degli dei.
Buon viaggio a tutti!